FONTE: https://www.aisveneto.it/news
Sono sempre maggiori le Aziende che operano nel settore vitivinicolo che hanno deciso di adottare il Modello Organizzativo 231. Le motivazioni risiedono nella sempre maggiore consapevolezza che investire nei processi e controlli interni aziendali porta ad un notevole vantaggio competitivo in termini non solo di immagine ma anche economico.
La legge 238/2016, conosciuta come “Testo Unico del vino” ha rivisto, aggiornato e razionalizzato tutta la normativa nazionale vigente nel settore vitivinicolo, con lo scopo di rispondere all’esigenza di semplificazione burocratica, introducendo, tra l’altro, numerose novità riguardanti il sistema dei controlli. Come è ben noto, i controlli sulle imprese del settore vitivinicolo confluiscono nel Registro Unico dei Controlli (RUCI). Sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (accessibile da chiunque) viene annualmente pubblicato il report dell’attività operativa dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF). Il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari – ICQRF – è uno dei maggiori organismi europei di controllo dell’agroalimentare. Tra i suoi compiti a livello nazionale ci sono: A) la prevenzione e repressione delle frodi nel commercio dei prodotti agroalimentari e dei mezzi tecnici di produzione per l’agricoltura; B) la vigilanza sulle produzioni di qualità registrata (DOP, IGP, Bio, …); C) il contrasto dell’irregolare commercializzazione dei prodotti agroalimentari introdotti da Stati membri o Paesi terzi e i fenomeni fraudolenti che generano situazioni di concorrenza sleale tra gli operatori. Ebbene, sfogliando i vari report pubblicati sul sito del Ministero, si percepisce chiaramente che i controlli sono molti e stringenti. E d’altronde è evidente che tali controlli sono finalizzati a salvaguardare la salute dei consumatori nonché ad evitare le frodi in commercio. In questo quadro, dove la direzione è chiaramente tracciata, l’adozione da parte delle aziende vitivinicole del c.d. Modello Organizzativo 231 ai sensi del D.Lgs. 231/2001 può rappresentare un meraviglioso “biglietto da visita”. Vediamo perché. Il Modello 231 è un insieme di protocolli interni, che regolano la gestione dei suoi processi aziendali ed è finalizzato a ridurre il rischio di commissione di illeciti penali consumati a favore della società. Tali protocolli possono integrarsi ed interagire con quelli già esistenti (solitamente le ISO 9000, 45001 e 37001 ed SA 8000) ed, anzi, li valorizzano. Basti sol considerare che l’art. 30 della L. 81/08 (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro) richiama espressamente il Modello 231. Anzi, può affermarsi che per un’Azienda già dotata di sistemi di gestione ISO e/o SA, sarà ancor più agevole l’adozione del “Sistema 231” rappresentandone, per così dire, l’approdo naturale. A tacere del fatto che la commissione di un reato a vantaggio dell’azienda potrà tenere indenne l’azienda stessa da gravose sanzioni laddove questa provi di avere adottato un efficace Modello di Organizzazione e Controllo. E, d’altronde, il rischio di commissione di reati è un qualcosa di ineliminabile. Sol si consideri che l’imprenditore vitivinicolo deve costantemente confrontarsi sia con la Pubblica Amministrazione per ottenere, ad esempio, autorizzazioni e/o rinnovi, sia con varie Autorità (dalla G.d.F. alla Guardia Forestale ai NAS dei Carabinieri). Si pensi anche solo ai reati ambientali cui un’azienda vitivinicola è potenzialmente esposta: il regime autorizzativo degli scarichi, solo per fare un esempio, oltre che essere preventivamente autorizzato deve essere costantemente monitorato, non essendo possibile “disfarsi” senza limite di sostanze quali polifenoli, metalli pesanti, sostanze di lavaggio delle cantine e cisterne etc… Questi sono solo alcuni esempi che certo non possono dare contezza esaustiva del “Sistema 231” ma che possono aiutare a comprenderne l’importanza. Concludendo, può affermarsi che un valido “Sistema 231” consente all’Azienda non solo di ridurre il rischio di commissione di illeciti penali (mettendo la stessa al riparo da pesanti sanzioni anche interdittive) ma anche di implementare processi virtuosi all’interno dell’Azienda stessa. E non è un caso se le Aziende vitivinicole che hanno adottato il Modello 231 ne fanno gran vanto mettendolo in bella mostra sul proprio sito web quale indice di serietà ed affidabilità.