La normativa prescrive inequivocabilmente che la salvaguardia dell’identità deve perdurare sino al termine dei procedimenti avviati in seguito alla segnalazione. L’intento del legislatore sembra essere quello di estendere questa protezione per l’intera durata dei procedimenti. Tuttavia, una lettura più attenta potrebbe suggerire l’interpretazione che, una volta conclusi tali procedimenti, l’obbligo di mantenere riservata l’identità del segnalante possa venire meno. Tale interpretazione, se accettata, potrebbe comportare un’inefficienza nel sistema, considerando che il whistleblowing, come istituto, trova il suo pieno funzionamento solo se la segnalazione svolge il ruolo di avviso e punto di partenza per il destinatario, senza coinvolgere direttamente il segnalante nelle fasi successive del processo.
Al fine di garantire l’efficacia del sistema di whistleblowing, è pertanto fondamentale interpretare e applicare la normativa in modo tale da assicurare una protezione continua dell’identità del segnalante anche dopo la conclusione dei procedimenti derivanti dalla segnalazione. Questo approccio non solo preserva l’integrità del processo, ma rafforza anche la fiducia nel sistema, incoraggiando ulteriormente la segnalazione di pratiche illecite senza timori di ritorsioni o compromissioni dell’anonimato.